mercoledì 27 ottobre 2010

PRESENTATA UNA MIA MOZIONE PROGRAMMATICA - CONGRESSO REGIONALE DONNE CAMPANIA ITALIA DEI VALORI




LE DONNE DELL’ITALIA DEI VALORI DELLA  CAMPANIA,  INSIEME PER UN NUOVO CAMMINO.
Gentile amiche, ho preferito mettere per iscritto e leggere queste parole, non per dilungarmi ma per essere più chiara e puntuale nei concetti che desidero esporvi, concetti relativi alla creazione di un Coordinamento donne, provinciale, regionale e nazionale.                                                                 
E' stato detto che un simile organismo dovrebbe nascere per dare più possibilità alle donne di discutere e proporre, attraverso spazi appositi, il loro pensiero in fatto di politica attiva; ma, a mio giudizio, ritengo che la politica non sia qualcosa di coniugabile al maschile o al femminile, bensì proprietà indiscussa di chiunque la voglia fare, al di là della sua condizione biologica. Pertanto penso che la nascita di un simile organismo,  serva solo per diffondere ulteriormente la vulgata che le donne siano diverse, più deboli e quindi bisognose di spazi appositi per potersi azzardare ad esprimere valutazioni d'ordine politico che, lungi dall'essere determinanti, verrebbero, poi, vagliate (se va bene) all'interno di quell'universo maschile ove ancora, e davvero, risiede il potere. Quindi un sistema, quello del coordinamento femminile, che, più che servire alle donne, servirebbe agli uomini per poter rispondere, qualora a qualcuna di noi donne avvenisse di lamentarsi:
  “Avete la vostra coordinatrice rivolgetevi a lei”.
E in così dire ci verrebbe bellamente tolta la parola; e, con essa, il diritto d'interloquire fattivamente sulle decisioni del partito.
Amiche, in parole povere, facilmente potete desumere come ciò significhi ulteriore privazione di quei diritti che dovrebbero essere impostati, invece, sull'eguaglianza e soprattutto sulla possibilità di esprimere opinioni  valutabili per quello che effettivamente valgono e non per mezzo della loro provenienza: maschile o femminile. Insomma, in tal modo, ritengo ci si voglia  privare, sia pure con eleganza, della capacità d'essere individuate quali esseri pensanti, capaci di dare un fattivo contributo alla politica. 
In linea con queste premesse avanzo, quindi, la mia richiesta di non creare appositi organismi, dal sapore offensivo di ghetto, bensì chiedo per le donne del partito di poter accedere, è il caso di dire con pari opportunità, unitamente agli uomini e con gli uomini, in tutti quei luoghi ove davvero si esercita l' "arte della politica".
Comprendo che la mia richiesta possa sembrare, ad un primo impatto, ostica alla parte maschile, in quanto i nostri colleghi non sono ancora del tutto preparati ad accogliere, all'interno, una presenza femminile paritaria; ma è pur vero che questo processo unificativo, non nelle parole, come spesso avviene, ma nei fatti, una volta dovrà pur cominciare. E perché avvenga, è bene dirlo, dobbiamo essere anche capaci, noi donne, di evitare di dare sempre, e tutte, le responsabilità agli uomini; anzi sarebbe bene che, al contrario, iniziassimo, invece, ad assumerci quelle che sono, in una situazione del genere, le vere e innegabili nostre responsabilità. Ad esempio potremmo iniziare col riconoscere che, in quanto madri ed educatrici, siamo state noi le prime corresponsabili dell'instaurarsi di determinate e distorte mentalità maschili, poiché, il più delle volte, senza voler per questo generalizzare, tante madri, troppo comprese dal lato affettivo, non hanno saputo, con giusta fermezza inculcare, nei loro figli maschi, un diverso e sano rispetto per le donne.  Un qualcosa ormai di così tanto radicato, specie nel Sud, che sarà tutt'altro che facile estirpare. 
Comunque è sempre bene tener presente che le cose possono presentarsi difficili ma, volendo, mai impossibili da cambiare! Anzi, usando un esercizio di volontà, non sarà affatto impossibile che gli uomini soprattutto italiani, attraverso un diverso tipo di educazione, pervengano ad un miglioramento del loro concetto, non sempre esaltante, circa la potenzialità delle donne. Infine tutti i nostri sforzi devono tendere a raggiungere il risultato di essere riconosciute, vere compagne, anche in politica, degli uomini. Individuato l'obiettivo passiamo ai mezzi  da perseguire per ottenere quanto prefisso. E qui è importantissimo dire che, come sopra detto, proprio sfruttando il nostro ruolo di madri, noi dobbiamo determinare, con una reale inversione di tendenza, la formazione di una nuova classe politica che sappia, nell'interesse della società, coinvolgere al meglio le donne; un percorso che, per quanto accidentato possa essere, alla fine produrrà, ne sono certa, una più giusta considerazione del nostro essere e del nostro pensare.
Ma tutto quanto prefigurato, però, dovrà avvenire non già come elemento di contrasto al pensiero maschile ma quale contributo e arricchimento per un "fare politica"  innovativo e fortemente proiettato verso un futuro che ci auguriamo migliore, soprattutto se i riferimenti vanno al nostro meridione, in questi giorni travagliato da ennesimi conflitti con un potere che risiede, non possiamo fingere di ignorarlo, al Nord
Questo l'auspicio!  
Ma dopo l'auspicio mi urge tornare ad un presente che, purtroppo, è amaro dirlo, registra invece un processo involutivo rispetto ai diritti femminili. Infatti il tramonto di un certo tipo di contrattazione, accompagnata da un'innegabile stagione di debolezza sindacale, ha consentito un qualcosa che, oltre a ferire il nostro orgoglio, sta anche vanificando il duro lavoro e le conquiste ottenute in passato. A tal proposito non è un caso che si stiano siglando contratti di lavoro dove le donne vengono costrette, se vogliono lavorare, ad accogliere disposizioni prevedenti barbarie del tipo: se malauguratamente hai figli dovrai dimetterti dal posto di lavoro.
Inoltre, cambiando orizzonte e luoghi, appare alquanto inutile parlare, poi, della altrettanto presente arretratezza della cultura che vede il centro- destra,  o meglio il BERLUSCONISMO, avanzare con tutto un bagaglio di veline e...non vado oltre!.
Questo, amiche, rendiamocene conto finché siamo ancora in tempo per opporci, è lo scenario devastante che, dopo anni di conquiste femminili, ci costringono, impotenti, persino ad assistere.
Ebbene, se questo è ciò che vogliamo e ci appaga non ci resta che tacere; se invece questo non ci trova pronube e consenzienti, allora dobbiamo affrontare concretamente una seria lotta per riappropriarci di tutti quei diritti che, già conquistati negli anni settanta, oggi, qualcuno, vorrebbe porre nuovamente in discussione.
Fatte queste considerazioni, se ritenete di condividere almeno parte di quanto da me esposto, chiedo il vostro sostegno per iniziare a dire un no a processi di retroguardia e, contestualmente, desidero riaffermare che il nostro ruolo non può essere svenduto! 
Ma, per evitare che ciò effettivamente avvenga dobbiamo allontanare da noi qualunque tentazione di compravendita. Infine dobbiamo evitare un qualcosa che, spesso presente nel mondo della politica maschile,  è bene che non appartenga anche a noi donne, dicasi: il vezzo di farsi comprare. Troppo spesso, infatti, avviene che, all'ultimo minuto, qualcuno, preso da " generosità" improvvisa, ci offra un qualche piccolo incarico di circostanza; e tutto con il fine, neppure troppo nascosto, di assicurarsi qualche voto in più, magari determinante.
Il mio intervento, come presumibile, non cambierà il corso di decisioni già prese; ma io dovevo, per mie convinzioni morali, almeno farlo; ciò non toglie che porgo i migliori auguri a chi rivestirà il ruolo di coordinatrice, dichiarandomi sin da adesso disponibile a collaborare, ossia disponibile a dare una mano fattiva a chi vorrà assumere un tale impegno.
A conclusione voglio sottolineare un' ulteriore amara constatazione per noi donne: l'Italia, pur definendosi nazione evoluta e democratica, resta lontana, anni luce, dai modelli di Inghilterra, Germania, Svezia, Norvegia, Islanda e fra pochi giorni Brasile; tutte nazioni nelle quali le donne hanno assunto le massime cariche dello Stato.
 Forse che esse erano e sono maggiormente intelligenti e preparate delle italiane?
Credo proprio di no!
Esse hanno avuto solo la fortuna di vivere ed operare in Paesi realmente democratici!.
 E proprio questo il mio intervento intende significare: se vogliamo cambiare in meglio la società, noi donne , con tutte le nostre forze, dobbiamo impegnarci a reclamare quella democrazia che, oggi più di ieri, risulta latente nel nostro bel Paese. Ma perché un simile processo democratico avvenga, esso non può che,  necessariamente, coincidere con l'avvento di un maggior coinvolgimento femminile in politica. Infatti nessuno più delle donne, nate per essere madri (è bene che gli uomini se lo sentano ripetere) ha maggior coraggio e determinazione nel difendere i propri figli e, con i figli, anche il bene e l'avanzata della società.
Grazie dell’ascolto e buon lavoro
Assunta Nigro


venerdì 1 ottobre 2010

Donne e politica di Assunta Nigro con Luigi de Magistris

Eboli: Luigi de Magistris e Assunta Nigro " inMovimento "







“LUIGI DE MAGISTRIS  ad Eboli”

LUIGI DE MAGISTRIS, Europarlamentare IDV e presidente dell’associazione “inMovimento”,  terrà un incontro-dibattito nella sala Mangrella, Mercoledì 29 Settembre 2010, presso il Complesso monumentale S. Francesco di Eboli (SA) ore 19:00.

A porgere i saluti saranno il Sindaco della Città di Eboli, avv. Martino Melchionda   Coordina Assunta Nigro.

Il tema su cui verterà l’incontro è:  “Cultura, Giustizia e Mezzogiorno: un’altra Italia è possibile?”
Il momento storico che stiamo vivendo produrrà una svolta del Paese in senso dispotico o democratico. Se prevarrà la forza del governo, l'Italia diventerà una satrapia occidentale, se invece i cittadini responsabili faranno sentire la propria voce critica, la democrazia avrà ancora speranza di sopravvivere.
In un paese che invecchia, dove non c'è un ricambio generazionale sia nel mondo politico che in quello lavorativo; dove non c'è una vera parità tra uomini e donne; diventa allora importantissimo, per l'esistenza della democrazia, che la società civile partecipi in modo pacifico a questo appuntamento fatto di scambio di idee e di proposizioni per il futuro del nostro amato “mezzogiorno”.
Il popolo in movimento deve far sentire la sua voce critica e ferma contro i “golpisti di Palazzo Chigi”.