mercoledì 22 agosto 2012

Assunta Nigro e il Popolo Arancione


“Le donne in politica rendono di più” Frase storica con qualche eccezione...

di Gerardo Sorgente (del Quotidiano Metropolis)  
Il trambusto pseudopolitico che da circa due mesi ha avvolto la città di Eboli sequestrandola al suo normale corso ha scatenato la voglia nei cittadini di dire la loro, di scendere in campo e con forza esprimere la convinzione delle proprie idee, che quasi mai coincide, per fortuna, con la mala politica e l’affarismo intrinseco della nostra società.

A parlare è Assunta Nigro, attivista della prima ora, sessantottina convinta, un vero caterpillar a favore dei Diritti umani, e delle donne, lei donna tutto d’un pezzo è la delegata dell’ associazione “ InMovimento” di Luigi De Magistris sindaco di Napoli, che ha voluto lasciare una dichiarazione sul difficile periodo che la città sta attraversando e nel farlo usa parole chiare dal significato inequivocabile: fatti noti e questioni ataviche, potrebbe essere il titolo di un suo prossimo libro ma invece è la frase di esordio, il preludio ad un discorso ricco di contenuti che invita ad una seria riflessione: “ Eboli in questo periodo sta soffrendo tantissimo, ma i nostri esponenti politici fanno orecchie da mercante, dopo aver svuotato i giovani e più in generale i cittadini, delle proprie idee e delle loro ideologie hanno lasciato tutti appesi al palo.

Colgo l’occasione per salutare altri due validi esponenti dell’ associazione che come me si spendono tantissimo e che sono: Leopoldo Catena e Valeria Mazzarella. Secondo noi dell’ associazione InMovimento, Eboli avrebbe bisogno di un uomini politici seri, pronti ad assumersi le loro responsabilità, l’ultimo che Eboli ha avuto è stato Gerardo Rosania che senza paura fece abbattere quattrocento ville abusive in un periodo non proprio felice per lo Stato.

Ritornando alla nostra terra, abbiamo grandi difficoltà ma nessuno ne parla mai, comprendere il come mai non riesce a decollare, abbiamo il mare, la montagna, la pianura, il centro storico, duemila anni di storia, eppure siamo qua con una economia che soffoca il mercato, un livello di disoccupazione con percentuali altissime, includo anche chi lavora in nero ed è sottopagato, un sistema socio-politico che spinge i giovani a fuggire lontano perché non vi sono margini di aspettativa. Se poi a questi andiamo ad aggiungere una serie di strumenti contrattuali i cosiddetti flessibili, beh, allora tocchiamo il fondo, la disperazione dilaga come una macchia d’olio.

Da quando ho deciso di ascoltare le istanze inespresse degli ebolitani ho potuto tracciare un grafico, dove all’interno i picchi altissimi sono oramai monopolizzati da temi quali: il lavoro, la sicurezza della città, la manutenzione delle strade, l’assenza di punti di aggregazione eccetera, mancano complessi sportivi con logo comunale, una piscina a prezzo agevolato, una palestra ed altro ancora, ma come fanno a non vedere certe cose? Abbiamo un centro antico da cui è nata l’intera città che oramai è preda di scellerati, non attrae nessuno alzi respinge chi armato di buona volontà si ferma per conoscere la parte antica di Eboli.

Il territorio offre le sue risorse ma la cattiva gestione blocca tutto. Eboli per risorgere, non sono una nostalgica anzi mi ritengo progressista e innovatrice, dovrebbe respirare l’aria del fermento culturale che respiravamo noi nel lontano ‘68 dove a parlare erano le idee e le convinzioni personali. Impensabile che nonostante una leggere regionale sulle quota rosa in consiglio comunale, ancora oggi la donna in politica sembra essere percepita come una cosa aliena, solo ad uso e consumo maschile, ma non è affatto vero, la donna per natura è più produttiva in certi ambiti molto più dei maschi. Lancio un invito ma che è anche una provocazione in senso positivo, noi il prossimo 3 settembre ci raduniamo per stilare il programma delle attività chi davvero sente di poter contribuire col suo pensiero al benessere della città noi gli apriremo le nostre porte.

Noi siamo il popolo Arancione quello che De Magistris ha lanciato a livello nazionale e mentre lui cerca di aggregare i sindaci, noi vogliamo aggregare i cittadini, la terra è nostra e nessuno ha il diritto di toglierci le speranze, parlo per me ma anche per i giovani, sono donna, moglie e madre, capisco le priorità e per questo sono scesa in campo con De Magistris, persona che stimo e rispetto. Noi sosteniamo le idee del Popolo Arancione, fallo anche tu”


domenica 12 agosto 2012

CERTOSA DI PADULA - Memento Domine rappr. Teatrale in un Atto


Tutto quello che non vi hanno mai detto sull' ''Unità d'Italia"

ASS. MUS. “G. CARISSIMI” COMUNE DI PADULA
Memento Domine (Ricordati, o Signore!) Azione teatrale in un atto
di
Dora Liguori
Raccontata dal “Munaciello” la vera storia di
Quell’Amara Unità d’Italia” vissuta dal popolo del Sud
(Libera rielaborazione dell’omonimo romanzo di Dora Liguori)
COMPAGNIA “TEATRO DEL SORRISO”
con Vito Cesaro nel ruolo del “Munaciello” e Antonino Miele nel ruolo di Ferdinando II 

Musiche di
Pergolesi, Paesiello, Weber, Verdi e anonimi napoletani

SABATO 11 AGOSTO 2012 h. 21,00 Certosa di San Lorenzo – Padula

L’azione drammatica è tratta dal romanzo storico di Dora Liguori che racconta la vera storia dell'Unità, in modo serio ma non serioso, ed accompagna il lettore ad una più puntuale conoscenza di quello che fu un complesso e sofferto fenomeno italiano definito, a posteriori, Risorgimento. Dal 1860 ad oggi, una spessa coltre è stata fatta volutamente calare per coprire le azioni, tutt'altro che limpide, che comportarono la sofferta unifìcazione nazionale. A propugnare questa unione furono movimenti fortemente idealistici, figli dell'illuminismo che, abilmente strumentalizzati, finirono col fare gli interessi di alcuni forti poteri internazionali, miranti a impadronirsi del ricco, e, strategicamente rilevante nel Mediterraneo, "Regno delle due Sicilie", possessore anche del preziosissimo zolfo siciliano.
A fare il "gioco sporco" per tutti,fu chiamato il regno del Piemonte il quale, per problemi di sopravvivenza finanziaria, da tempo mirava a conquistare il Sud della penisola L'impresa, poi, assunse i contorni, non già della bella unione sognata dai liberali, ma di una feroce oppressione di un popolo avverso un altro. E fu ... la guerra civile!
Tutto l'orrore che ne seguì va ascritto, soprattutto, alla crudeltà dei vertici militari sabaudi che, tra l'altro, incapaci, provocarono, con la strage nel Sud, anche la morte di tantissimi giovani del Nord, portati a morire negli aspri territori del salernitano, della Lucania, nonché Sicilia e Calabria. Di contro, per i meridionali, da parte dei Savoia, vi furono le deportazioni nel novarese: primi "lager"della storia.
A somiglianza del libro l’azione drammatica porta, pertanto, lo spettatore alla conoscenza delle azioni fondamentali intervenute nel meridione e del coacervo di intrigate e tragiche situazioni che ne sono derivate. Dopo decenni di inattendibilità storiche, riproporre la verità è un atto di giustizia verso il meridione nonché il vero modo per celebrare, appunto, l’”Unità” italiana.
MEMENTO DOMINE
(Ricordati, o Signore!)
Azione teatrale in un atto di Dora Liguori con la partecipazione di
Vito Cesaro nel ruolo de “O’Munaciello” Antonino Miele nel ruolo di Ferdinando II
Interpreti in ordine di apparizione:
Barista:
Aldrigo:
Maria Sofia di Borbone: Don Vito Gaudieri: Argenzia:
Crocco:
Ufficiale piemontese: Don Liborio Romano:
Eduardo di Lorenzo Antonio Spagnuolo Assunta Nigro Paolo Aguzzi Maria D’Andrea
Eduardo Di Lorenzo Gennaro Malandrino
Antonino Miele
Danzatrice
Organetto diatonico Chitarra
Tammorra Putipù-Triccheballacche- Scetavajasse
Teresa Botte: Carmine Falanga: Alessandro Sessa: Gerardo Marzullo: Santino Campagna:
...........
Regia di Dora Liguori
Audio - luci: Franco Ferrigno Costumi: Animazione 90 Elementi di scena: “Teatro del Sorriso” Assistente di produzione: Italo Ciccarone